BARRETO al Corriere dello sport

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EDGAR BARRETO a 360°

Adesso ricopre con onore il ruolo di capitano del Palermo ed è ben voluto dalla tifoseria rosanero che con lui ritrova entusiasmo dopo la delusione della retrocessione in Serie B, e che ha nel cuore il desiderio di essere sopratutto il capitano della risalita verso la massima serie la Serie A. come avrete capito stiamo parlando di Edgar Barreto che , dalle colonne del Corriere dello Sport, ha fanno un esame della sua avventura in maglia rosanero, ma ha parlato anche della sua vita privata e dei suoi obiettivi.

– Sul primo posto in classifica ha detto: “Siamo contenti, soprattutto dopo una partenza stentata. Ci vuole una forza particolare per ribaltare la situazione e raggiungere la vetta”.

Importanti i punti di Gattuso? “E chi lo nega? Dispiace per Gattuso, sono sicuro che farà una carriera da grande, ha la stoffa. Peccato che sia finita così la nostra avventura con lui”.

– L’importanza della fascia da capitano dopo la retrocessione: “Un periodo amaro per tutti. Sono orgoglioso di portare la fascia. Sono stato capitano dell’under 20 del Paraguay in un Mondiale, ma esserlo del Palermo è motivo di soddisfazione. E’ una responsabilità e credo di ripagare la fiducia”. 

– Un pensiero di vita privata che vede veramente privata: “Con la moda dei tatuaggi, di Twitter, si vedono tante cose. La gente ha voglia di esibire la vita privata, io non ho neanche i social network. Vivo ai margini di queste cose, non le condivido”.

– I ricordi più belli in campo ?: “Colantuono lo ringrazio, abbiamo vissuto un anno entusiasmante a Bergamo. Dopo una retrocessione, abbiamo ottenuto subito la promozione. Il ricordo più bello è il secondo posto ai Giochi Olimpici di Atene del 2004, medaglia d’argento e finale persa con l’Argentina”. 

– Quali i ricordi più belli fuori dal campo ?: “Fuori dal campo, il mio matrimonio con Rocio e la nascita di mio figlio Mathias (NDR. un vero terremoto anche di simpatia che talvolta vediamo correre dietro il pallone a bordo campo) 

La casa e il calcio sono due emozioni diverse. L’amore è una cosa meravigliosa e abbiamo un bambino stupendo a cui piace il calcio. Ho il sostegno di una moglie incantevole che mi ha aiutato nei periodi difficili. Lei mi supporta e io la sento vicina. E’ indispensabile”.

– Qual’è il rapporto con la Nazionale Paraguaiana ?: “Impossibile nascondersi. Per carattere cerco di passare inosservato. Quando esco vorrei non essere un vip. E’ la mia natura. Proprio a gennaio, dieci anni fa, sono approdato in Olanda. Contemporaneamente ho vissuto nove anni di nazionale, impegnativi, con tanti viaggi intercontinentali.”

– Se adesso ho nostalgia? “Qualcosa resta. Mi manca il gruppo coeso, eravamo amici. Martino ha fatto bene con la nazionale paraguaiana e in Argentina, un calcio diverso da quello europeo, con qualità inferiore, ma lui punta sull’intensità e sui ritmi alti. Il passaggio al Barcellona è un meritato riconoscimento”.

– Quali sono i suoi idoli ?: “Mi piaceva Davids per il suo modo di essere e la sua grinta, occhiali a parte. Poi, amo le persone che fanno la storia come Nelson Mandela. A sei anni andavo a scuola calcio, la scintilla arrivò con mio fratello, portiere della Nazionale e del Cerro Porteño. Diego ha tre anni più di me, ha avuto esperienze in Spagna, Argentina e Svizzera, ha giocato con me alle Olimpiadi, è ancora portiere della nazionale, ha ricevuto un premio speciale dal Presidente della Repubblica, è stato più volte portiere dell’anno. Nel calcio è sempre difficile affermarsi e bisogna rinunciare a tante cose quando si è piccoli, niente uscite con gli amici e solo sacrifici. Lui è riservato e pagliaccio, scherza sempre”. 

– Se volessi descriverti ? quali sono i dati principali del tuo carattere ed i tuoi hobbies ?: “Sono testardo, viziato, perché sono il più piccolo, cagnaccio come Iachini, col mister siamo anime gemelle. Consiglio sempre di dare tutto in allenamento, io l’ho fatto. Amo la famiglia e il tempo libero lo passo con Rocio e Mathias, il mio hobby è giocare con mio figlio. Ascolto musica, guardo film. Credo nel lavoro e in Dio. Ripudio la falsità e chi ruba. Quando uno non ha i soldi e vuole far mangiare la sua famiglia, qualcosa da fare, se vuole, la trova”.

– Chi sono i suoi idoli in Paraguay ?: Arce è stato fonte di ispirazione, aveva un calcio stupendo, era uno specialista. In Paraguay è famoso un altro Arce, Dionisio, non sapevo giocasse nel Palermo (NDR. io ricordo di averlo visto giocare ed era croce e delizia nel Palermo capace di cose strabilianti ed altre un po meno). Faccio parte di un altro calcio, un’altra epoca. Con mio fratello ci vedevamo sempre in Nazionale, ora meno. Si è infortunato al ginocchio, tra un mese torna. In casa, da piccoli, creavamo la barriera con le sedie o altro e calciavamo le punizioni a giro. Un gioco”. 

– Cosa pensa della sua prima esperienza europea: “L’esperienza olandese mi ha aperto le porte dell’Europa per farmi conoscere, per crescere come giocatore e uomo”.

– Quanto è importante l’opera dell’allenatore: “Da lui parte tutto, è il motore della squadra, dà un’identità al gioco, plasma il gruppo e lo spogliatoio. Se questo feeling non si forma, difficile andare avanti”. 

Com è la sua giornata tipo quotidiana ?: “La mia giornata tipo è: sveglia, con mia moglie porto a scuola il bambino, colazione, si torna a casa o si fa un giro in un centro commerciale, si mangia, vado all’allenamento, torno alle cinque e mezza-sei e ci si prepara per la cena. Non ho più sogni perché credo di avere realizzato quasi tutto. Incubi? Le malattie delle persone vicine”.

– Parliamo anche del suo futuro dopo la carriera: “So fare solo questo. Resterò nel mondo del pallone. Se non avessi giocato a calcio, di qualcosa avrei dovuto vivere. Mio padre lavorava in una compagnia telefonica”. 

– Tanti compagni in campo quali sono i migliori che pensa siano stati ?: “I migliori con cui abbia mai giocato sono Roque Santa Cruz e Salvador Cabañas, tanti infortuni il primo, una pallottola in testa il secondo”.

– Non può mancare per concludere l’intervista la domanda sul suo futuro e la promozione in A col Palermo: “Dipende dal Palermo. Se mi offrono il rinnovo faccio i salti di gioia. Se vado in A – sono superstizioso, facciamo gli scongiuri – sono felice, il Palermo è una grande società, ha tanta strada davanti. Le 100 partite sono un traguardo successivo”.

Caro Edgar tu sai che noi siamo stati certamente fra quelli, e mi dispiace dirlo, eravamo in pochi all’inizio, a dire apertamente che quest’anno questo Palermo con te era una squadra con grandi aspirazioni e senza di te una squadra zoppa ed il campo e tu ci hai avete permesso di dimostrare che ancora una volta avevamo visto giusto ed avevamo ragione …. AndiAmo in serie A ed AndiAmoci per restarci AncorA per tAnto tempo AncorA insieme ….. e se riesci a marcarlo e fermarlo per un attimo dai  un bacino affettuoso da parte di uno zio rosanero a Diego … chi lo sa che non diventi un vero campione anche lui ……. Mario.